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al testo proposto da Loredana Savelli
Da Lettera sulla Poesia Veggente
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Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. Il poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa, ragionata sregolatezza di tutti i sensi. Tutte le forme d'amore, di sofferenza, di follia; cerca se stesso, esaurisce in se stesso tutti i veleni per serbarne la quintessenza. Ineffabile tortura in cui ha bisogno di tutta la fede, di tutta la sovrumana forza, e dove diventa il gran malato, fra tutti, il gran criminale, il gran maledetto, e il supremo Sapiente! Infatti giunge all'Ignoto! Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di qualsiasi altro! Giunge all'Ignoto. Egli ha un incarico dall'Umanità, dagli animali anche: dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue scoperte. Se quel che riporta di laggiù ha una forma, dà una forma: se è informe dà l'informe...
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Ilaria
- 18/09/2011 23:01:00
[ leggi altri commenti di Ilaria » ]
Parole sacre darte e bellezza. Rimbaud è eternamente affascinante.
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pietromenditto
- 09/02/2011 09:04:00
[ leggi altri commenti di pietromenditto » ]
E tutto vero e, data letà e le frequentazioni che a quelletà in cui scriveva quelle cose poteva avere, Rimbaud è senza alcun dubbio un caso eccezionalissimo di autorealizzazione. Se fosse nato qualche migliaio di secoli prima dalle parti dellIndia, sicuramente sarebbe stato lautore di uno o più inni vedici, nellebbrezza che molto avrebbe gradito, ne sono più che certo, del soma.
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